L’incidente che ha coinvolto Sebastian Vettel e Lewis Hamilton nel primo giro del recente Gran Premio d’Italia di F1 è solo l’ultimo di una striscia che comincia a farsi consistente: un doloroso filotto di spadellamenti — se volete chiamateli semplicemente errori di guida o di valutazione — che comincia a pesare come un macigno sul percorso verso il titolo del pilota tedesco.
Il mio timore è che commettendo tanti errori così alla fine il titolo se lo prenderà qualcun altro, senza fare nomi.
Vogliamo ripercorrere il percorso di Vettel disseminato di “spadellamenti”? Eccolo.
Seb ha perso punti pesantissimi a Baku quando alla ripartenza dopo l’intervento della Safety car (ricordate il pecoreccio harakiri delle due Red Bull?) tentò un maldestro assalto a Bottas, finendo poi per perdere due posizioni. Chiuse il GP in quarta posizione.
In Francia, Seb tamponò Bottas concludendo quinto mentre in Austria spadellò in qualifica, ostacolando Carlos Sainz, con conseguente penalità sulla griglia alla domenica quando salì sì sul podio ma solamente in terza posizione. In quest’ultimo caso, l’arretramento al 99% gli è costato la vittoria.
In Germania, a domicilio, Seb finì contro le barriere come un pivello mentre conduceva la corsa al comando con pista umida.
Detto ciò, è probabile che l’ambiente Ferrari ti metta addosso molta pressione davvero difficile da gestire ma mi sembra di ricordare che un certo Schumi era in grado di gestirla molto bene la pressione, riuscendo così a portare un bel filotto di titoli. Spero con tutto il cuore di essere smentito ma questo andazzo è preoccupante.