
Ieri è stato un massacro. La Ferrari è uscita dalle qualifiche del GP dell’Emilia-Romagna con le ossa rotte. L’undicesima posizione di Leclerc e la dodicesima posizione di Hamilton provocano nei tifosi del Cavallino un bruciore di stomaco epico. I piloti sono devastati e senza parole.
Il livello prestazionale della monoposto è misero. L’epoca dei trionfi a profusione di Michael Schumacher & Company sembra lontana anni luce e paradossalmente amplifica l’abisso di oggi. Ieri in qualifica, le Ferrari si sono trovate davanti tante scuderie. Nel dettaglio, sono: McLaren, Red Bull, Mercedes, Aston Martin, Williams, Racing Bulls e Alpine. Chi manca?
Detto questo, Leclerc ha dimostrato di essere super veloce specialmente nel giro secco. Hamilton non può essere diventato di colpo un brocco (pur avendo perso un po’ di quello slancio che lo contraddistingueva ovviamente 18 anni fa…).
Rimpiango la figura di Luca Cordero di Montezemolo. Nel 1973 entrò in Ferrari come assistente di Enzo Ferrari. Respirò la stessa aria che respirava Enzo Ferrari. E l’anno seguente divenne Team Manager della Scuderia Ferrari. Sotto la sua guida giunsero i titoli Mondiali del 1975 e 1977, grazie a Niki Lauda. Nel novembre del 1991 Montezemolo diventò Presidente e Amministratore Delegato della Ferrari.
Chiamò Jean Todt, costruì il dream team. Arrivarono tanti titoli, i successi, le vittorie, la gloria. Montezemolo aveva passione per il mondo delle corse, aveva competenza. Mi ripeto: lavorò al fianco di Enzo Ferrari. Gli ingegneri e i tecnici giusti hanno fatto il resto. Quanta nostalgia di quell’epoca.
Oggi, a poche ore dal GP di Imola, si spera che la Ferrari finisca almeno nella zona a punti…